La città di Cosenza e il mondo del teatro perdono una figura carismatica ed appassionata.

Da più parti arriva il cordoglio per una persona che tanto ha contribuito alla diffusione della cultura e della tradizione calabrese, attraverso il suo lavoro e la sua passione.

Tassello fondamentale della sua carriera la gestione dell’Officina delle Arti nel centro storico cittadino. Una scelta difficile che racconta però del suo impegno nella direzione di dare spazio alle realtà più piccole, alle compagnie teatrali amatoriali, alla voce di chi non trova collocazione sotto i riflettori dei grandi palchi.

Un’idea di teatro tra sperimentazione e tradizione

La vocazione e la curiosità per le storie sono state sempre motore della sua idea di teatro, affondando le radici nella tradizione napoletana e non solo.

La scelta di puntare tutto sull’Officina delle Arti è stata una follia. Un colpo di testa o forse di cuore, che ha tenacemente portato avanti, nonostante le mille difficoltà ed ostacoli.

Una figura quasi assimilabile a don Chisciotte, che non si è accomodato sulle soluzioni semplici, ma caparbiamente ha mantenuto fede al suo sogno. Partendo dall’idea di restituire vita ad un luogo abbandonato nel centro storico della città. Una infrastruttura vecchia e cadente, che si è trasformata con grandi sacrifici in una sala accogliente e dal sapore bohemien.

Gli spettacoli proposti uscivano un po’ fuori dai canoni più classici, con una predilezione per i testi in vernacolo e legate all’identità e alla tradizione della città. Le compagnie amatoriali avevano in lui un punto di riferimento attento e prodigo di consigli.

Proprio in questi giorni per la stagione 2023/2024 sono partiti i nuovi corsi rivolti ad adulti e bambini, segno di continuità e di resistenza di un progetto lungimirante, utopico e concreto al tempo stesso.

Da oggi mancherà la sua presenza e il suo sguardo sulla bellezza nascosta.