Loading
5 Aprile 2024By mariachiara

Nuova rassegna de il Cinefilo con “schermi indipendenti”

Riprendono le proiezioni presso il DAM dell’Unical con il Cinefilo edizione “schermi indipendenti”.

La rassegna è organizzata dall’associazione Entropia APS in collaborazione con il Centro Culturale “Cinepresi” di Cosenza.

La nuova stagione prevede una selezione di film per tutto il mese di aprile, dall’8 al 29, nella sala cineteatro di via Savinio, con un appuntamento fisso settimanale ogni lunedì alle ore 20:45.

Quattro titoli, alcuni su tematiche di stringente attualità, inseriti nel progetto “schermi indipendenti“, frutto della sinergia tra Distribuzione Indipendente, una delle realtà più innovative e dinamiche della scena nazionale, UCCA – Unione dei circoli cinematografici Arci e UICC – Unione italiana circoli del cinema.

La Palestina e “Il figlio di Hamas” aprono il ciclo di proiezioni

Nel calendario della rassegna sono presenti film d’autore e di genere, fiction e documentari di registi emergenti del panorama italiano ed europeo, rivolti a un pubblico giovane e intellettualmente curioso. 

Si parte l’8 aprile con “Il Figlio di Hamas” (2014) di Navas Schirman. Mosab Hassan Yousef, figlio di un leader di Hamas, è cresciuto in Palestina sviluppando un`avversione per Israele che lo ha portato anche in carcere. Qui, però, viene a conoscenza dei metodi brutali di Hamas, primo tra tutti l`attentato suicidia, e sente nascere in lui un`odio nei confronti dell`organizzazione nella quale è nato. Viene quindi reclutato dallo Shin Bet (il servizio di sicurezza interno di Israele) con il nome in codice di “Green Prince” e per almeno un decennio spia dall`interno l`élite di Hamas, protetto dal suo referente dentro lo Shin Bet, Gonen Ben Yitzhak, che diventerà per lui, oltre che una guardia del corpo, anche un amico leale su cui contare.

Il 15 aprile è la volta di “Atlantis” (2019) di Valentyn Vasyanovych. Nel 2025, un anno dopo la fine di un conflitto devastante tra Russia e Ucraina che, escalando dalla guerra del Donbass, ha finito per rendere definitivamente inabitabili i territori tra loro contesi nonostante la vittoria di quest’ultima, Serhij, un soldato ucraino affetto da disturbo da stress post-traumatico che lavora ora in una fonderia in procinto di essere comprata da degli stranieri facoltosi, viene riscosso dalla sua esistenza alienata dal suicidio di un amico, collega ed ex commilitone, gettatosi nel crogiolo. Riparte dunque per i territori ad Est che un tempo lo avevano visto impugnare le armi, unendosi a un gruppo di volontari col compito di dissotterrare e identificare i corpi spesso irriconoscibili di tutte le vittime civili e non che, in tempo di guerra, erano state frettolosamente gettate nelle fosse comuni. Lì, affronta i fantasmi del suo passato e s’innamora di Katja.

Terzo film in programma lunedì 22 aprile è “Audition” (1999) di Takashi Miike. Sette anni dopo essere rimasto vedovo, il produttore televisivo Shigeharu Aoyama decide di cercare nuovamente moglie, specie dopo l’insistenza del figlio adolescente Shigeiko. Un’occasione la fornisce l’amico e collega Yoshigawa, che gli propone di indire una finta audizione per cercare nuove attrici per un film che non si realizzerà mai. Un mero pretesto per valutare un po’ di candidate come compagna ideale. Aoyama la individua nella giovane Asami, timida e riservata. Anche quando le informazioni del suo curriculum si rivelano totalmente false, Aoyama non rinuncia all’idea di frequentarla pur di conoscerla meglio.

La rassegna si conclude il 29 aprile con la proiezione di “Lynch/oz” (2022) di Alexandre O. Philippe. Un documentario che indaga sul rapporto tra Il Mago di Oz (1943) di Victor Fleming e quello che è l’universo cinematografico surrealista e inquietante creato da David Lynch. Il film ricerca l’influenza del primo nei lavori del secondo, non solo in Cuore selvaggio o Twin Peaks – Il ritorno, dove quest’ascendente è più lampante, ma anche nelle altre opere di Lynch – da The Elephant Man a Mulholland Drive e Lost Highway – dove è più sottile. Il documentario è diviso in sei capitoli, nei quali guide come John Waters, Rodney Asher, Karyn Kusama e David Lowery insieme al regista stesso intraprendono un viaggio nell’immaginario americano tra i suoi sogni e le sue paure ricorrenti. È così che attingendo al bagaglio di immagini create da Lynch, il documentario crea accostamenti illuminanti.

Sostieni la voce della cultura

PopCos è nato dalla passione per la nostra città e dalla volontà di dare voce a tutto ciò che Cosenza ha da offrire in termini di cultura, arte, eventi, cinema e spettacolo. Abbiamo sempre avuto un occhio di riguardo per le realtà più piccole, quelle che spesso rimangono in ombra ma che sono il vero cuore pulsante della nostra comunità.

Sostenere PopCos significa credere nella cultura di Cosenza e contribuire a farla crescere e fiorire. Significa dare voce a chi, con la sua arte e la sua passione, rende la nostra città un luogo speciale.
Se amate Cosenza e la sua cultura tanto quanto noi, vi chiediamo di sostenerci. Ogni contributo, piccolo o grande, è fondamentale.
Grazie di cuore per essere al nostro fianco e per credere nel progetto PopCos.

svg

What do you think?

Show comments / Leave a comment

Leave a reply

Loading
svg
  • 01

    Nuova rassegna de il Cinefilo con “schermi indipendenti”

Quick Navigation