Per la collaudata rassegna di attualità librarie “LibrinComune”, sabato 29 giugno, alle ore 18, il Museo dei Brettii e degli Enotri ospita la presentazione del libro “Femminota”, pubblicato dalle edizioni Efesto.
Con Ada Celico, autrice cosentina del volume, dialogheranno la poetessa Anna Petrungaro e l’antropologo Mauro Francesco Minervino, dopo i saluti iniziali del sindaco Franz Caruso.
Ad Antonietta Cozza, consigliera delegata alla Cultura e ideatrice della rassegna, è assegnato il compito di moderare l’incontro, che sarà impreziosito dalla lettura di alcuni brani con le voci di Federica Montanelli e Franco Araniti.
Storie di donne “di commerci e di sale”
“Femminota” è l’ultimo romanzo di Ada Celico e – come si legge nella quarta di copertina – si ispira alle donne descritte da Stefano D’Arrigo in “Horcynus Orca”. Erano donne di commerci e di sale. Contrabbandiere per necessità, nascondevano il prezioso minerale nella doppia fodera dei loro vestiti.
Nel coraggio, nei corpi forti e ben fatti, nel senso di libertà, nella fatica di queste donne – afferma l’autrice – ho ritrovato mia madre. Lei aveva le gambe possenti dipinte da Tamara De Lempicka. Alta di statura, con mani grandi come ventagli. Era così. Ed era mia madre. Accanto al suo corpo apparivo e mi sentivo una virgola di femmina troppo simile alla normalità di mio padre. Lui, pur alto, era un uomo delicato.
Nel romanzo Ada Celico raduna un catalogo di memorie vividissime che appartengono al suo vissuto. La narrazione usa registri diversi. Dalla forma epistolare in alcune parti, con lettere nelle quali ricostruisce un rapporto e dialoga con la madre e col padre, all’intreccio e al rincorrersi di passato e presente, per finire al racconto dell’impatto che le vicende autobiografiche hanno avuto e continuano ad avere sulle scelte, il gusto e i valori della donna matura di oggi e della scrittrice.
Quello di cui Ada Celico scrive riguarda non solo la propria storia, quella di sua madre, di suo padre, ma anche la storia della Calabria. Riguarda la letteratura con il collante di Horcynus Orca, autentico monumento della letteratura italiana nel quale le Femminote acquistano identità e dignità. E l’acquistano attraverso l’artificio della scrittura. Sono tante le donne calabresi e non solo che, pur non ricoprendo il ruolo di Femminote e non abitando nella stessa zona della Calabria, ricalcano i tratti, i comportamenti, l’anticonformismo, l’audacia e la straordinaria forza di queste figure leggendarie.
Nel libro di Ada Celico questo corpo di ricomposizione e risignificazione affettiva ci viene consegnato con una tensione costante, un pathos comunicativo ininterrotto, dall’inizio alla fine. “Femminota” è la storia di una mamma, ma è anche la storia di una donna e di tante donne. Così come la storia di una città, la Cosenza di un tempo. Ma è anche la storia di un coraggio, quello che le donne tirano fuori quando c’è la necessità di farlo, quando devono sostenere i loro figli, la loro casa, la famiglia.
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