Fila al botteghino del cinema San Nicola di Cosenza ieri, martedì 23 gennaio, per il primo appuntamento della rassegna Altri Sguardi di questo nuovo anno.
“Palazzina Laf” è stato il film scelto dal Cineforum FalsoMovimento per avviare la nuova stagione, registrando il pienone in sala sia per la proiezione delle 18.30, sia per quella delle 20.30.
L’attesa dei appassionati e dei cultori di cinema è stata premiata con una storia dal sapore amaro ma dalla realizzazione curata e attenta.
Una storia italiana, di lavoro a rischio e mobbing
Per la sua prima prova da regista, Michele Riondino sceglie una vicenda legata alla sua terra d’origine, viaggiando comodo nell’interpretazione di un operaio dell’acciaieria Ilva di Taranto.
Emerge chiara la volontà di far conoscere al grande pubblico il dramma sociale legato a questa imponente realtà aziendale, concentrando l’attenzione su uno dei più gravi casi di mobbing della storia italiana, un caso giudiziario che ha fatto scuola nella giurisprudenza del lavoro.
E per farlo Riondino accompagna il pubblico in un viaggio all’interno della fabbrica, delle dinamiche lavorative alienanti, del contesto sociale ad essa legato e da essa fortemente condizionato.
Per farlo veste i panni del protagonista Caterino Lamanna, assoldato dai cinici dirigenti d’azienda (Elio Germano e Paolo Pierobon) per osservare, pedinare, ascoltare i colleghi alla ricerca di motivi per licenziarli.
Al centro il reparto che dà nome al film, la Palazzina Laf, uno stabile in disuso utilizzato dai dirigenti per confinare lavoratori e lavoratrici specializzati ma non più funzionali, per costringerli a licenziarsi o a commettere quell’errore che avrebbe prodotto la “giusta causa” favorevole agli obiettivi aziendali di ridimensionamento.
Una realtà purtroppo comune alle grandi realtà aziendali e non solo, una storia ambientata a Taranto nel 1995 ma non isolata, che porta alla luce una pratica ignobile volta a svuotare le persone della dignità professionale.
Vessazioni subdole sulla pelle dei lavoratori e delle lavoratrici, che soffocano l’atmosfera del posto di lavoro ma che avvelenano ogni aspetto della vita delle persone coinvolte e poi anche dell’intera città di Taranto. Una storia che non parla solo di lavoro, ma include la vita stessa, senza fare sconti sulle tristi conseguenze ormai note dell’inquinamento.
Coinvolgente l’interpretazione degli attori e delle attrici, capaci tutti di rendere credibili i propri personaggi, da Vanessa Scolera ad Anna Ferruzzo, passando per Domenico Fortunato, Gianni D’Addario, Michele Sinisi, Fulvio Pepe, Marina Limosani, Eva Cela.
Ulteriori tocchi di merito sono la dedica ad Alessandro Leogrande, che aveva collaborato alle prime fasi di scrittura della sceneggiatura, e la canzone originale di Diodato “La mia terra”.
Prossimo appuntamento della rassegna Altri Sguardi al cinema San Nicola, martedì 30 gennaio con “La chimera” diretto da Alice Rohrwacher.
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