Nell’ambito della “Rassegna Migrante” il giornalista Saverio Tommasi sarà a Cosenza, sabato 20 gennaio per presentare il suo libro “Troppo Neri”.
L’appuntamento è nel Salone degli Stemmi del palazzo Arcivescovile di Cosenza, alle ore 10.30, per una mattinata di riflessione sul tema delle migrazioni.
Insieme all’autore sono previsti gli interventi del fotoreporter Francesco Malavolta e di Ibrahima Diop della Consulta Intercultura di Cosenza, moderati da Pino Fabiano di Migrantes Cosenza, mentre le conclusioni sono affidate all’arcivescovo Giovanni Checchinato.
Troppo neri: storie vere e drammatiche di persone discriminate
Il libro pubblicato a maggio da Feltrinelli ha già attraversato più volte l’Italia, con l’obiettivo dichiarato dall’autore di superare cliché e pregiudizi attraverso storie che fanno conoscere mondi distanti favorendo la bellezza dell’incontro.
Saverio Tommasi racconta storie e fa emozionare nello scorrere della vita tra le parole. Parole impreziosite dalle immagini del fotografo Francesco Malavolta.
Tra le pagine emergono, con delicatezza ma senza sconti, le difficoltà e i dolori di chi arriva dall’altra parte del Mediterraneo, ma anche di ragazzi e ragazze nati in Italia che si ritrovano comunque senza cittadinanza, senza passato, troppo neri per essere considerati italiani, o troppo italiani per essere considerati africani.
Da un lato dunque il viaggio senza fine di chi affida la propria vita all’ignoto. C’è una sola regola fra gli immigrati in partenza: “Non si inizia mai un viaggio insieme a un congiunto”. Troppo rischioso per due fratelli, per un fratello e una sorella, impensabile per un marito e una moglie. Per questo i congiunti si separano prima della partenza, dandosi appuntamento solo all’arrivo, raccontandosi delle bugie a cui fingono di credere, pur sapendo che probabilmente non si rivedranno mai più.
Dall’altra le emozioni e le sensazioni delle seconde e terze generazioni. Ragazze e ragazzi arrivati in Italia piccolissimi, senza conoscere i Paesi in cui sono nati se non nel racconto delle famiglie, o semplicemente nati sul nostro suolo. Vanno a scuola, fanno sport, musica, teatro, imparano la storia italiana, la letteratura, l’educazione civica, ma non hanno gli stessi diritti dei loro compagni italiani.
Bersaglio di haters sui social e non solo, accusato di eccessivo buonismo, Tommasi va dritto per la sua strada di giornalista e di narratore, provando a scardinare i luoghi comuni, partendo dalle persone.
Non si accoglie per religione, credo, pietà o fede. Non si accoglie neanche per convenienza o ragionamento. In fondo non si accoglie neanche perché ne hanno diritto, o pensiamo ce l’abbiano.
Si accoglie perché sono esseri umani, e noi siamo esattamente quella stessa cosa che sono loro.
Perché in qualche modo stiamo affogando anche noi, insieme a loro, ogni volta in mezzo al mare.
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