È il turno della compagnia professionistica di Reggio Calabria, Mana Chuma, per il prossimo spettacolo domenicale della sesta stagione di Sguardi a Sud.

Il 15 ottobre alle ore 18, al teatro comunale di Mendicino, va in scena “Spine”, per la regia di Massimo Barilla e Salvatore Arena.

Tre personaggi, tre voci e tre solitudini

“Spine” nasce da una necessità espressiva, dal bisogno di individuare nuove modalità di creazione artistica. Dall’esigenza di confrontarsi con una storia alta a partire dai margini, dai vuoti non raccontati, dalla volontà di indagare strade normalmente ignorate, sia in termini di drammaturgia che di ricerca linguistica.

Sulla scena, ambientata in una locanda, si mescolano le solitudini dei tre personaggi. Un girotondo di perdenti, in cui i protagonisti sembrano fantasmi.

Un racconto a più voci, intessuto di urla gridate sottovoce. Un racconto che si articola attraverso lingue e dialetti diversi. Sardo, siciliano, calabrese (non per caso lingue madri degli attori) si fondono in un impasto strano di accenti, che ha il suo culmine nella parlata del becchino, mescolanza inventata di francesismi, inglesismi, spagnolismi, germanismi riutilizzati più per fascinazione di suono che di senso.

Magdalena e Lucio, come pietre incastrate nella locanda che gli appartiene, e con loro il becchino, incarnano il triangolo narrativo che assume di volta in volta forme nuove, con distanze che si avvicinano e si allontanano, ma con vertici che non potranno mai toccarsi.