Il cinquantaduesimo anno accademico dell’Università della Calabria sarà inaugurato domani, venerdì 15 settembre, a partire dalle ore 10.30 presso l’Aula magna, all’interno del Centro congressi “Andreatta”.

La cerimonia prenderà il via con il corteo dei rettori ospiti e con l’esibizione musicale a cura del Conservatorio di Musica “Stanislao Giacomantonio” di Cosenza. 

Attesa la ministra dell’Università e della Ricerca Anna Maria Bernini, che concluderà con un suo intervento.

Apertura al territorio e internazionalizzazione

Il rettore Nicola Leone incentrerà la sua relazione di apertura su Un campus internazionale e aperto al territorio, illustrando i risultati più recenti conseguiti e gli obiettivi da raggiungere nell’immediato futuro.

Al centro il valore strategico dell’internazionalizzazione e l’apertura dell’università al territorio, con gli incubatori di start-up innovative e l’istituzione del nuovo corso di laurea in Medicina e chirurgia TD (Tecnologie digitali).

La lectio magistralis è affidata quest’anno al docente di Informatica dell’Università di Oxford Georg Gottlob che da fine 2023 diventerà professore di ruolo all’Università della Calabria. Il titolo della sua relazione sarà Intelligenza e ignoranza artificiale.

Previsti inoltre gli interventi di un dipendente, tecnico amministrativo, che ha vissuto la storia dell’ateneo e di una studentessa iscritta al quarto anno di Ingegneria edile-architettura.

Alla ministra Bernini toccherà il compito di concludere la manifestazione, prima della dichiarazione ufficiale dell’apertura dell’anno accademico.

I posti disponibili per assistere all’evento sono esauriti, ma è prevista la trasmissione in diretta streaming della cerimonia sui canali web dell’Università.

In contrapposizione al programma di inaugurazione, è stato convocato un sit-in di studenti e disoccupati per una manifestazione di contestazione e di dissenso nei confronti delle politiche di governo per il sud e per le opportunità dei giovani. Sul piatto della bilancia ci sono le scelte operate che rischiano di lasciare indietro chi non ce la fa ad arrivare a fine mese, chi, nonostante i sacrifici, non riesce a garantire un futuro brillante ai propri figli, chi non vuole abbandonare la propria terra e chi lo ha fatto per uno stipendio con cui non riesce nemmeno a pagare l’affitto, chi non riesce a vedere i propri diritti garantiti, come quello alla salute e allo studio.