Da venerdì 10 marzo, il Bocs Museum di Cosenza ospita l’esposizione del duo artistico Zeroottouno dal titolo “Nulla è tangibile”, aperta al pubblico fino al 15 aprile.
La mostra si inserisce nel percorso di collaborazione avviato già da tempo tra l’amministrazione comunale e l’Accademia di Belle Arti di Catanzaro, che proprio in occasione dei suoi 50 anni di attività ha scelto lo spazio espositivo cosentino di piazza Campanella per una nuova tappa del progetto “Ceilings”.
Un esempio di sinergia, che unisce artisti, strutture espositive, enti pubblici e privati, nell’ottica di costruzione di itinerari culturali di ampio respiro e di valorizzazione delle produzioni artistiche contemporanee calabresi.
Natura e memoria le chiavi di ispirazione
Giuseppe Guerrisi e Davide Negro sono gli artisti che hanno dato vita alla formazione Zeroottouno nel 2012. Fin dal loro esordio hanno posto al centro dei loro processi creativi le relazioni tra uomo e ambiente, guardando alla natura come protagonista della propria indagine.
Gli elementi naturali sono parte integrante delle loro opere, fino a diventarne forza creatrice e dirompente. Un’ispirazione che ha accompagnato gli artisti, orientandoli anche verso le questioni ambientali e culturali e introducendo obiettivi di sensibilizzazione dello spettatore coinvolto visivamente e interattivamente.
Natura e memoria – spiega Simona Caramia, docente dell’Accademia e curatrice della mostra assieme al collega Giuseppe Negro – sono le parole chiave per comprendere il lavoro più maturo di Zeroottouno. I due artisti, a partire dalla ricerca iniziale degli elementi naturali, hanno continuato a sviluppare e indagare la relazione con l’uomo, con il suo passato e il suo passaggio, con i luoghi antropizzati e con il racconto dei ricordi, attraverso l’uso di linguaggi differenti, dalla scultura alle installazioni sonore e luminose.
La sinergia come lievito per crescere
Come per le altre mostre nate dalla collaborazione tra Accademia e Bocs Museum, l’esposizione in corso si innesta mirabilmente nella collezione permanente custodita presso il complesso monumentale di San Domenico.
Una fusione che traduce anche la volontà di aprire opportunità nuove per il prosieguo del cammino intrapreso di promozione dell’arte calabrese, superando campanilismi provinciali e valorizzando invece la ricchezza dell’agire comune.
Una volontà che si traduce concretamente in una triangolazione tra la direttrice del museo cosentino e i direttori delle Accademie di Belle Arti di Catanzaro e Reggio Calabria, già a lavoro per un nuovo progetto di istituzione di un Politecnico delle Arti regionale.
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